La guerra invisibile delle donne giapponesi

(di Alessia Cerantola per Lettera43)

Il settimanale Aera spiega come le donne difendono i propri figli

Subito dopo l’esplosione del secondo reattore nucleare della centrale di Fukushima, i primi a reagire per far fronte al pericolo delle radiazioni non furono né il governo né gli esperti dell’agenzia elettrica Tepco. Lo scorso 15 marzo nei corridoi delle stazioni della capitale e nelle sale dell’aeroporto di Haneda, a Tokyo, si vedevano solo madri con i loro figli in corsa per prendere il primo treno o il primo aereo per raggiungere il Kansai, la zona centrale dell’arcipelago giapponese.
IL CONTROLLO DEI DATI. Oggi queste donne convivono con la preoccupazione delle radiazioni e si stanno organizzando in associazioni per salvaguardare la salute e il futuro dei propri figli. Non fidandosi più delle misurazioni ufficiali, i cittadini hanno cominciato a riunirsi per comprare contatori geiger nei negozi di elettronica, o sempre più spesso online con i quali confrontare i risultati dei rilevamenti tra loro. Continua…

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